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RAZIONALITA' E IRRAZIONALITA' NEL MOVIMENTO DI
COSE
E PERSONE:
IL CORRIERE ESPRESSO E IL CASO LINGUISTICO
DELL'ALTA VELOCITA' FERROVIARIA IN ITALIA
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A più di centocinquant’anni
dall’avvento della ferrovia, e dopo un secolo di
trasporto automobilistico individuale di massa, sembra
che nulla di quanto sia nelle possibilità della scienza,
della tecnica, della civiltà (o neppure il più
elementare buon senso) possa contribuire in alcun modo
alla crescita e allo sviluppo di un sistema modernamente
organizzato per il trasporto di cose e persone: ovvero
favorirne la costante taratura, se non ridefinizione,
dei parametri di riferimento. |
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Questo è
probabilmente uno dei casi più eclatanti
in cui senza quella domanda di senso, senza
riuscire ad affiancare a una logica di
mercato e di produzione le semplici o
profonde necessità dell’essere, non è
possibile arrivare a soluzioni globalmente
condivisibili: con l’aggravante che nel
caso in questione, la logica di mercato e di
produzione di una merce, l’automobile,
risulta essere antagonista alle
corrispettive logiche economiche che
informano la società nel suo insieme.
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Foto DANILO
COGNIGNI |
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