Il desiderio di scrivere è più forte della buia paura dei ricordi. Seduta assieme ad altri “avventurosi” negli umidi sotterranei la percezione della realtà più che mai era sparita; e l’immaginazione diceva di essere precipitati dentro uno Truman show.

Cresciuta in una delle più belle città dell’Erzegovina, a Mostar, la mia vita a quattordici anni si arrestò per un breve, anzi lungo, periodo. A causa di una brutale guerra che devastava non soltanto la mia città, ma l’intera ex Jugoslavia, fui costretta a trasferirmi sull’isola di Korčula, in Croazia. Le bellissime spiagge, il mare trasparente e il profumo dei pini non riuscì a farmi ritornare più serena. I pensieri erano altrove, e pochi mesi passati sull’isola accentuarono ancor di più il desiderio di casa.Una volta rientrata a Mostar speravo in una migliore situazione politica, ma la guerra si faceva sempre più brutale. Di nuovo nei sotterranei senza luce con qualche candela o pila accesa, per chissà quante ore o addirittura giorni, assistevo a un particolare tipo di concerti, veramente unici! A salutare il pubblico sareb-be stato il generale serbo Perišić, il quale tramite la radio annunciava il programma del concerto, ossia i quartieri, gli ospedali, le scuole da bombardare, invitan-do il suo pubblico, qualora non volesse morire, a spostarsi altrove. Ringraziando per l’ascolto lasciava lo spazio alla grande orchestra e alle sue belle note, prima quelle dell’aviazione e poi quelle dei pesanti bombarda-menti. Alla fine del concerto tutti ci sentivamo meglio; certo, quelli sopravvissuti potevano sperare ancora in una giornata, quelli morti finalmente nella pace eterna.

 

DANILO COGNIGNI Oltranze, 2006 Foto

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