Gianfranco Bucich,
segugio di parole e immagini,
prosegue la ricerca secondo le linee guida già definite
nel Piano di studi del poeta (Grottammare, Stamperia
dell’Arancio, 2000). Parole e immagini che di continuo
si intersecano con quell’ «Atlante di numeri e lettere»
(www.atlantedinumerielettere.it) che viene coordinando.
Nel tentativo di mettere a punto una mappa di
riferimenti, utili innanzitutto a se stesso, in una
navigazione governata da più di una polarità, sta
mettendo a punto un’arca di numeri e lettere.
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Giorgio Cingolani,
scrittore e saggista, si occupa di storia sociale ed
economica, soprattutto dell’Est europeo. E’ docente a
contratto di Storia dei Balcani presso la Facoltà di
Economia “Giorgio Fuà” all’Università Politecnica delle
Marche. Ha pubblicato Corpi di reato (con Pino Adriano,
2000), La destra in armi (1996), oltre a numero si saggi
su giornali e straniere. riviste italiane e straniere.
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Critica e storica
dell’arte, si è laureata presso l’Università degli studi
di Perugia in lettere moderne (indirizzo storico
artistico) e ha studiato presso la Scuola di
Specializzazione in Archeologia e Storia dell’arte
dell’Università di Siena. E’ inoltre diplomata al
Conservatorio F. Morlacchi di Perugia. Ha al suo attivo
la cura di numerose mostre personali e collettive in
istituzioni pubbliche e gallerie private. Ha collaborato
con l’Università degli studi di Perugia e la
Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. Scrive per Flash
Art. E’ docente di Storia dell’arte.
e-mail:
gloriagradass@tin.it
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Erik Longo è ricercatore
di Diritto costituzionale presso l’Università degli
Studi di Macerata. Insegna Diritto costituzionale e
Diritto costituzionale regionale presso la Facoltà di
Giurisprudenza, e Diritto dell’informazione presso la
Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università
degli Studi di Macerata. Si occupa di temi legati alle
fonti del diritto ed al diritto costituzionale. Nel 2007
ha pubblicato per EUM il volume Regioni e diritti. La
tutela dei diritti nelle leggi e negli statuti
regionali.
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Ricercatore in campo
morfologico ed antropologico (linguistica, acustica,
culture materiali etc.) e compositore di lavori sonori
elettroacustici sperimentali. Fondamentalmente.
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[1977] Nata in Bosnia
ed
Erzegovina. Si è laureata in Scienze Politiche presso
l’Università degli Studi di Macerata, dove è anche
dottoranda di ricerca in Storia e teoria delle
costituzioni moderne e contemporanee. Le aree tematiche
di maggior interesse riguardano la storia dei Balcani,
in particolar modo lo sviluppo della Serbia e del mondo
jugoslavo. storico-politico.
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Di origine rumena,
vive in Italia. Ha compiuto gli studi universitari in
Romania, ed appartiene a quella generazione emergente di
artisti rumeni che ha vissuto il post Ceausescu e che
oggi rielabora, con un linguaggio che sempre più si sta
allontanando dal tradizionalismo del realismo
socialista, la propria cultura e la propria identità nel
quadro allargato dell’Europa e del confronto globale. Si
esprime attraverso la pittura creando immagini che
raccontano un mondo tutto interiore da leggere in chiave
psicanalitica. Dopo aver lavorato come scenografo presso
il “Teatru de Stat” di Oradea, ha esposto il suo lavoro
principalmente in Italia.
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Irene Canovari nasce a
Macerata. Dopo aver seguito gli studi classici si laurea
al DAMS presso l’Università di Bologna e inizia a
dipingere ancora giovanissima. Le sue opere sono state
esposte in sedi diverse – mostre, gallerie, locali
all’aperto, etc. – a Bologna, Firenze, Ravenna, Monza,
Salerno, e infine a Malta, dove vive attualmente.
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Da più di 20 anni si
identifica professionalmente “libero” offrendo
consulenze artistiche ed editoriali destinate alla
comunicazione in genere. Utilizza il linguaggio della
grafica avvalendosi anche della collaborazione di
artisti, scrittori, studiosi e pensatori.
Coltiva
ininterrottamente ed in totale autonomia un percorso
fotografico grazie al quale ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Ciò che accomuna le diverse serie
fotografiche, dedicate a luoghi specifici o mentali,
oltre alla grande esperienza nei tecnicismi, che gli
consente, attraverso abili manipolazioni della luce, di
raggiungere risultati estremi sia come potenza disegnativa, che nella pittoricità e matericità
dell’immagine, è uno sguardo emozionale, che rimanda
sempre ad un vissuto fuori dell’inquadratura. Crea così
un rapporto di intensa partecipazione con il fruitore
che inevitabilmente è coinvolto in una durata oltre
l’istantaneità dell’apparenza. Da circa 13 anni non
espone più, dopo aver partecipato intensamente a mostre,
in Italia e in Europa, nell’arco di tempo compreso tra
gli anni ’80 e ’90.
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Pittura, video e
fotografia sono i mezzi espressivi che l’olandese Peter
de Boer sceglie per raccontare la follia umana. Follia
che si è espressa nel passato attraverso ideologie
politiche totalitaristiche, e che oggi continua a
schiacciare l’individuo attraverso il sistema economico
capitanato dalle multinazionali. De Boer esprime il
senso di perdita dell’individualità, lo schiacciamento
del soggetto di fronte al potere economico. La violenza
ideologica e del potere che si riproduce oggi nella
violenza privata, nel perpetrarsi dell’odio e della
morte. Al tempo stesso rivendica per l’individuo un
valore oltre il senso della merce ed una singolarità
irripetibile. Ha esposto il suo lavoro in gallerie
private e spazi pubblici in Italia, Olanda e Russia.
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Insieme a Thomas Struth,
Thomas Ruff, Andreas Gursky e Axel Huttle, Candida Hofer
è tra gli artisti fotografi più famosi al mondo ed
esponente del gruppo internazionalmente noto come la
“Scuola di Düsseldorf”. Candida Hofer, con stile
documentario esplora luoghi pubblici nel momento in cui
essi sono privi della presenza umana. Sebbene lo sguardo
si posi sugli ambienti in modo assai distaccato,
l’assenza evoca passaggi, presenza, e atmosfere che
suggeriscono quanto sfugge alla prima ricognizione. Come
se tracce ed indizi fossero gli elementi che l’artista
sottolinea per ricostruire presenze passate. Ha esposto
nel 1992 a Documenta 11 a Kassel e ha rappresentato la
Germania alla Biennale di Venezia del 2003. I suoi
lavori si trovano nelle maggiori collezioni pubbliche
internazionali tra cui il Centre Pompidou a Parigi, il
Centro de Arte Reina Sofia a Madrid, il Museum of Modern
Art a New York e molti altri. Nel 2007 si è tenuta una
sua mostra personale al Louvre di Parigi. Nel 2006 ha
realizzato a Bologna una serie di lavori dedicati a
biblioteche e teatri della città italiane.
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Albanese emigrato in
Italia, Adrian Paci nel suo multiforme lavoro presenta
temi legati alla sua storia. Usa il linguaggio della
realtà che forza in modo minimo per mostrarne gli
aspetti più crudi e a volte surreali, con forza e
poesia. Spazia dalla scultura alla pittura, dal video
all’installazione e racconta il nomadismo, i sogni e le
incertezze di chi lascia la propria patria. Conosciuto
in tutto il mondo dopo la partecipazione alla 51°
Biennale di Venezia ha ottenuto importanti
riconoscimenti internazionali, tra cui le mostre al PS1
di New York, al Moderna Museet di Stoccolma al
Contemporary Art Museum di Houston.
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