Essere
nella storia. E’ la coscienza di vivere il presente
e vivendolo tentare di comprenderlo. Una
consapevolezza che per maturare ha bisogno di essere
accesa, come una miccia. E la scintilla può essere
un evento, a volte un incontro. Marinela Asâvoaie
per me è stato uno di quegli incontri che hanno reso
concrete le mie letture, le supposizioni e
l’immaginazione. E’ per questo che nel mio archivio
mentale lei compare come un’artista e come
personaggio chiave di un codice culturale e
personale che mi permette di guardare a Est non
affidandomi esclusivamente a schemi interpretativi
impersonali.
Marinela viene dalla Romania, e dopo varie peripezie
vive in Italia. E’ nata in un’area rurale, che
descrive come una landa desolata e spettrale; ha
studiato in un’Accademia d’Arte rumena. E’ una
pittrice e disegnatrice di talento.
Sono soprattutto i suoi disegni quelli che amo, dove
traccia con gesto veloce i suoi percorsi mentali,
sintetizzandoli con chiarezza in immagini semplici
ma cariche di ombre ed impressioni che aprono su un
mondo fatto di fantasmi, creature immaginarie,
voragini sotterranee. E’ come se tenesse tutto
sospeso ad un filo, che sembra sempre sul punto di
spezzarsi per sfociare in una vitalità debordante e
caotica, così elementare da suscitare indefinite
paure. Non-luoghi dove la vita e la morte si
confondono l’una nell’altra, in una deformazione che
trasforma l’alfa nell’omega. Marinela trasmette
sensazioni estreme che, poste a confronto, dilatano
i canali delle emozioni, non certo delicate, che i
suoi segni hanno la forza di suscitare, traducendo
in immagini il bisogno di tracciare un inizio e una
fine, in una parabola fatta di predizioni e presagi.
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Marinela Asâvoaie,
Nudificazione, 2008
Olio su carta cm 120 x 120 |